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FRANCA VIOLA


“Non ho mai avuto paura, non ho mai camminato voltandomi indietro a guardarmi le spalle. È una grazia vera, perché se non hai paura di morire muori una volta sola.”

Negando il “matrimonio riparatore” fa la storia di una tappa fondamentale della liberazione femminile, della civiltà giuridica e della lotta alla mafia in Italia.


Le ragazze che all’epoca subivano “la vergogna di perdere la verginità” venivano costrette dalla famiglia a sottoporsi al matrimonio riparatore sia per sanare la colpa sia per poter sistemare in tal i figli evitando le spese obbligate dal matrimonio tradizionale.

L’istituto del “matrimonio riparatore” del 1981 enunciava l’estinzione del reato di stupro nel caso in cui il colpevole accettasse di sposare la propria vittima, come richiesto dai parenti di costei, spesso minorenne, e tale pratica incivile presumeva di salvare“l’onore della famiglia” poiché la violenza carnale era considerata un reato non contro la persona abusata ma contro la morale.


Franca Viola, giovanissima nata ad Alcamo nel 1947, nel 1966 rifiutò il matrimonio riparatore dopo uno stupro.

La storia tra una quindicenne siciliana e il nipote di un noto mafioso di Alcamo, Filippo Melodia, nipote di Don Vincenzo Rimi, Capomafia dell’Alcamo degli anni ’60, alleato di Gaetano Badalamenti, lo stesso che fece uccidere Peppino Impastato.

Filippo, fu accusato di furto e associazione mafiosa, cosicché il padre di Franca decise di rompere ufficialmente il fidanzamento. Dopo aver vissuto per un periodo in Germania, Filippo torna ad Alcamo rivendicando pretese su Franca nei confronti della famiglia. Di questa arroganza criminale mafiosa farà le spese il padre della giovane che vedrà incendiata la modesta casa di campagna, il proprio piccolo vigneto e distrutto un campo di pomodori col pascolo abusivo di un gregge di pecore, pratica mai abbandonata dalla mafia rurale siciliana. Nemmeno la minaccia fisica riuscirà a fare desistere Bernardo Viola dalla difesa della figlia e della sua scelta di interrompere la relazione col ragazzo. La situazione precipita il 26 dicembre 1965, quando Melodia con la sua banda, usando inaudita violenza nei confronti della madre e della casa di Franca, rapisce la giovane col fratellino che le si era aggrappato alle gambe per proteggerla. Franca sarà reclusa prima in un casolare sperduto, poi a casa della sorella del malfattore. La giovane stessa dirà al processo di essere rimasta digiuna per molti giorni e dopo provocazioni e continui insulti, violentata e lasciata in stato di incoscienza sul letto. Nonostante lo scempio della giovane, le violenze e i soprusi, con il seguente arresto, il Melodia sapeva di poter fare affidamento sul “matrimonio” riparatore previsto dalla legge italiana che gli avrebbe permesso di possedere per sempre la sua preda e di venire totalmente scagionato dai gravissimi crimini. La giovane fu anche costretta a cambiare legale, essendo lo studio di questi abitualmente frequentato da parenti della banda di Melodia. “Trasportata da Alcamo a Trapani da una camionetta della polizia, Franca presenza con grande coraggio a tutte le udienze”. L’avvocato dell’accusato tenta di infangarla ulteriormente, inventando rapporti intimi risalenti al 1963 e chiedendone conferma attraverso perizia ginecologica. Fortunatamente la Corte non acconsentì a tale vergognosa richiesta.

Il caso fu impugnato da Ludovico Corrao, il processo si conclude con la condanna ad 11 anni per il Melodia ed i suoi complici.

Ma fiera Franca così si esprimeva: “Io non sono proprietà di nessuno, nessuno può costringermi ad amare una persona che non rispetto, l’onore lo perde chi le fa certe cose, non chi le subisce”, e ancora: “Non ho mai avuto paura, non ho mai camminato voltandomi indietro a guardarmi le spalle. È una grazia vera, perché se non hai paura di morire muori una volta sola”

Franca si sposa il 4 dicembre del 1968 con Giuseppe Ruisi, l’uomo che l’amò e la volle sposar ad ogni costo, nonostante la sua piccola grande ferita: preferiva farsi considerare “svergognata” che cedere al ricatto del maschio innanzitutto, e del mafioso, poi.


Nel 2014 Franca fu insignita dell'onorificenza di Grande ufficiale dell'Ordine al Merito della Repubblica Italiana con la motivazione : “Per il coraggioso gesto di rifiuto del matrimonio riparatore che ha segnato una tappa fondamentale nella storia dell'emancipazione delle donne nel nostro Paese“.

Dinnanzi al rifiuto di Franca Viola, disobbedire è perciò una virtù”? FONTI: https://it-it.facebook.com/lefotochehannosegnatounepoca/photos/franca-viola-è-stata-la-prima-donna-italiana-a-rifiutare-il-matrimonio-riparator/1794872837205340/ https://it.wikipedia.org/wiki/Franca_Viola

1 commento

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1 Comment


giadaceresoli
Feb 08

Franca Viola è un esempio di coraggio e di forza in una società misogina dove le donne sono considerate come oggetti di proprietà. La sua storia può essere d'esempio a molte donne per non farsi sottomettere dagli uomini e rivendicare i propri diritti senza timore e paura del giudizio altrui.

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