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Ipazia

Aggiornamento: 15 mar 2022


FOTO CREDITS: https://it.wikipedia.org/wiki/Ipazia


Ipazia è sempre stata una figura complicata, offuscata e avvolta nel mito, forse perché le sue opere sono andate perdute e anche a causa della sua personalità molto forte e quindi pericolosa all’epoca nella società.

VITA

La filosofa nasce nel 355 d.C. ad Alessandria d’Egitto e muore sempre ad Alessandria nel 415 d.C. Nella sua vita è stata matematica, astronoma e fu una filosofa neo-platonica. Non si avvicinò da sola agli studi scientifici, anzi fu il padre Teone ad indirizzarla su questa via. Una delle discipline in cui Ipazia seppe distinguersi meglio fu l’astronomia compiendo importanti scoperte sul moto degli astri. Nel corso della sua vita fece avvicinare molte persone allo studio delle scienze matematiche. Purtroppo non abbiamo la possibilità di leggere direttamente i suoi testi, ma abbiamo alcune fonti a cui fare riferimento: i filosofi Filostorgio e Socrate scolastico, a cui seguirono Damascio ed altri commentatori.


Un aneddoto curioso sulla vita di Ipazia si trova nella biografia di Damascio, scritta 100 anni dopo la sua morte e riguarda la sua “verginità”. Un allievo di Ipazia, ci dice Damascio, si era follemente innamorato di lei. La filosofa alessandrina, accortasi di questa sua passione, gli presentò una delle pezzuole usate dalle donne per il mestruo e gli disse: "Questo, dunque, ami o giovane, niente di bello". Damascio poi spiegherebbe, secondo testimonianze posteriori, il significato del gesto di Ipazia: purtroppo però questa parte del suo testo è per noi molto lacunosa e quindi resta per noi un mistero da decifrare.


Nelle sue testimonianze sulla filosofa, Socrate si concentra molto anche sui temi dell’odio e della gelosia che ella suscitò in vita. Nella seguente citazione sembra proprio che questi infatti siano i motivi della sua morte:

"Ella giunse ad un tale grado di cultura, che superò di gran lunga tutti i filosofi suoi contemporanei. [...]. Per la magnifica libertà di parola ed azione, che le veniva dalla sua cultura, accedeva in modo assennato anche al cospetto dei capi della città e non era motivo di vergogna per lei lo stare in mezzo agli uomini. Infatti, a causa della sua straordinaria saggezza, tutti la rispettavano profondamente e provavano verso di lei un timore reverenziale. Per questo motivo, allora, l'invidia si armò contro di lei. Alcuni, dall'animo surriscaldato, guidati da un lettore di nome Pietro, si misero d'accordo e si appostarono per sorprendere la donna mentre faceva ritorno casa. Tiratala giù dal carro, la trascinarono fino alla chiesa che prendeva il nome da Cesario: qui, strappatale la veste, la uccisero colpendola con i cocci Dopo che l'ebbero fatta a pezzi membro a membro, trasportati questi pezzi al cosiddetto Cinerone, cancellarono ogni traccia di lei nel fuoco."

Con la morte di Ipazia, fu fatta a pezzi anche una delle più esemplari comunità scientifiche di ogni epoca. Quello che è strano però, è che nessuno, poi, si sia proclamato suo allievo. Nessuno filosofo si dichiarò suo erede. Probabilmente, ipotizza la Beretta, i motivi vanno ricercati nel fatto che Cirillo, considerato dalle fonti principali il responsabile del suo assassinio, "detenne la carica di vescovo della città per i successivi 29 anni (egli, infatti, morì nel 444), nel corso dei quali divenne l'episcopo più potente e temuto di tutto l'impero d'Oriente". Cirillo non dovette scontare alcuna pena per l'assassinio di Ipazia.


OPERE



La sua opera più significativa fu un commento in tredici volumi all'Aritmetica di Diofanto (Il sec.), il "padre dell'algebra", cui si devono lo studio delle equazioni indeterminate - le diofantee - e importanti elaborazioni delle equazioni quadratiche. Nel suo commento, Ipazia sviluppò soluzioni alternative a vecchi problemi e ne formulò di nuovi che vennero inglobati in seguito nell'opera di Diofanto.


Scrisse anche un commento in otto volumi a Le coniche di Apollonio di Pergamo (111 sec. a.C.), un'analisi matematica delle sezioni del cono, figure che furono dimenticate fino al XVI secolo quando vennero usate per illustrare i cicli secondari e le orbite eli ittiche dei pianeti. In quest'opera Ipazia inserì il Corpus astronomico, una raccolta da lei compilata di tavole astronomiche sui moti dei corpi celesti.


La studiosa fu autrice con il padre di un commento all'Almagesto di Tolomeo, una mastodontica opera in tredici libri che raccoglieva tutte le conoscenze astronomiche e matematiche dell'epoca e di un'edizione riveduta e corretta degli Elementi di Euclide.


Ipazia si occupò anche di meccanica e di tecnologia applicata. Le vengono attribuite due invenzioni: un areometro e un astrolabio piano. Il primo strumento, che determina il peso specifico di un liquido, fu progettato come un tubo sigillato avente un peso fissato ad un'estremità: a seconda di quanto questo tubo affondava in un liquido, era possibile leggerne su una scala graduata il peso specifico. L'astrolabio progettato da Ipazia era formato da due dischi metallici forati, ruotanti uno sopra l'altro mediante un perno rimovibile: veniva utilizzato per calcolare il tempo, per definire la posizione del Sole, delle stelle e dei pianeti. Pare che mediante questo strumento Ipazia abbia addirittura risolto alcuni problemi di astronomia sferica.



RIFLESSIONE

Ipazia viene descritta dai suoi discepoli come donna carismatica, intelligente, bella, diplomatica, inspiratrice e ferma. Ella infatti era un’insegnate di matematica, astronomia, geometria e filosofia nel centro culturale di Alessandria d’Egitto, un centro culturale di primo piano anche a causa sua. Molti studenti infatti sono stati anche rifiutati per la grande quantità di persone che frequentavano le sue lezioni. Il suo intelletto andava oltre ogni differenza ed era molto aperta al dialogo con persone molto diverse fra loro, ella scendeva infatti nella piazza a parlare di ogni argomento, come una normalissima filosofa, bisogna citare anche l’aneddoto che portava anche il mantello, indumento prettamente riservato ai filosofi uomini. Veniva molto stimata anche dai governatori della città che spesso chiedevano la sua opinione. Grazie ai suoi studi astronomici poi ella è riuscita a precedere di secoli il sistema eliocentrico affermato da Niccolò Copernico nel 1543.


La sua autorità quindi era ampiamente rispettata da tutti, a partire dal padre Teone che le ha impartito le prime lezioni di matematica e di astronomia e che fece controllare il suo commento sul terzo libro del Sistema matematico di Tolomeo proprio da lei, con la seguente frase ha introdotto il libro: “Commento di Teone di Alessandria al terzo libro del Sistema matematico di Tolomeo. Edizione controllata dalla filosofa Ipazia, mia figlia". Si noti il fatto che la professione "filosofa", precede il legame di parentela "mia figlia": un evidente segno di stima professionale per la pensatrice alessandrina.


Non molti conoscono la sua figura ma è veramente importante sia per l’epoca sia per i giorni nostri: era una donna con un grandissimo carattere che si è inserita perfettamente nel contesto accademico, veniva rispettata ed elogiata per quello che era, una sapiente e una filosofa di un altissimo livello. Purtroppo sui libri compare di rado poiché le sue opere sono tutte andate perse e perché si è tentato anche di cancellare questa figura data la sua morte tragica. Essere una filosofa pagana donna in quel periodo e avere molto potere e intelligenza era ritenuto molto pericoloso per gli uomini del tempo che la annientarono fisicamente, ma grazie ai suoi discepoli la sua figura ha continuato a vivere fino ad oggi.


FONTI


Libro “Le regine della filosofia. Eredità di donne che hanno fatto la storia del pensiero” a cura di R.Buxton e di L.Whiting, edizione Tlon


UNA DOMANDA PER RIFLETTERE

Secondo voi è stato ragionevole l’omicidio di Ipazia? Come sarebbe stato punito oggi?

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17 commenti

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17 Comments


nesicamilla2005
Oct 06, 2022

La vicenda di Ipazia è stata largamente studiata. Ottimi lavori sono stati prodotti nel tempo. Il suo nome è stato difeso anche nei momenti di maggiore prevalenza. Anche la storia della sua fama ha avuto adeguato rilievo. Merita dunque attenzione, perché rischia di passare inosservato. Il tema è certo imbarazzante. Sono di fronte: una scienziata alessandrina trucidata dai monaci cristiani perché non incline a conversioni di comodo ed un vescovo molto potente. La pena per questo omicidio al giorno d’oggi e l’ergastolo

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Emma Bettoni
Emma Bettoni
Oct 06, 2022

L’assassinio di Ipazia su ordine del Vescovo Cirillo di Alessandria nel 415 è uno dei brutali femminicidi avvenuto nella storia dell’umanità.

Ipazia fu uccisa per la sua autorevolezza. Fu assassinata per invidia e gelosia e, sicuramente, il suo essere donna fu un aggravante per la sua posizione di persona di libero pensiero.

Oggi il suo omicidio sarebbe punito con l'ergastolo.

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riccardo.daminelli
Oct 05, 2022

L’omicidio di Ipazia per me non é assolutamente ragionevole, poiché fu messo in atto per invidia, essendo che a quei tempi non era concepito che una donna potesse essere culturalmente più potente di un uomo.

Mentre Ipazia era arrivata a superare tutti i filosofi dell’epoca, questo causo un senso forte di invidia ad un gruppo di Che la uccisero brutalmente.

All’epoca questa atto non venne punito ad ok, oggi sarebbe uno scandalo che sconvolgerebbe il mondo sia per il motivo sia per la modalità brutale con cui é avvenuta.

Sicuramente parlando in modo giuridico io avrei proposto un ergastolo o addirittura in alcuni stati americani con la pena di morte.


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Federico Salimei
Federico Salimei
Oct 05, 2022

l’omicidio di Ipazia è uno di quegli eventi storici a cui ancora oggi non ci sa dare una risposta su ciò che è successo

sappiamo che questa autrice era indipendente, coraggiosa e intelligente, ma soprattutto era donna. Ipazia meritava di meglio. Ora come ora , ì colpevoli di un femminicidio non sarebbero mai stati eletti vescovi per tre decenni, perché l’odio deve essere punito e non premiato

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giuliogaleati
Oct 05, 2022

Ipazia era una donna carismatica,intelligente,bella,diplomatica,inspiratrice.

Ipazia era una figura straordinaria e saggia, seguita da numerosi discepoli, molto ammirata nella sua città. Tutti questi aspetti fecero sì che la sua uccisione da parte dei cristiani fanatici assumesse un carattere esemplare.

A parer mio l’uccisione crudele di Ipazia è un evento che ai nostri giorni sia da condannare, e questa condanna fu espressa con la sua uccisione dalla comunità cristiana.

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