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Penelope

Aggiornamento: 15 mar 2022

Penelope è una figura mitologica, regina di Itaca e pensatrice, dalla stanza della tela ella ci ha dato una nuova prospettiva del mondo.


BIOGRAFIA

Penelope è una figura mitologica descritta da Omero nell’ “Odissea”. Ella è figlia di Icario, re di Sparta e di Policaste.

Era cugina di Elena di Sparta e mentre suo padre le cercava un marito, anche Icario si è interessato ai contendenti.

Penelope viene data in sposa ad Ulisse, diventando così regina di Itaca.

Pochi anni dopo il loro matrimonio, dopo che nacque il loro figlio Telemaco, Ulisse dovette partire per partecipare alla guerra di Troia, descritta dallo stesso Omero nell’”Iliade”, che durò dieci anni. Penelope fu lasciata ad Itaca dove divenne regina effettiva durante l’assenza del marito. L’isola di Itaca fu invasa dai Proci, nobili provenienti da altre isole minori attorno ad Itaca. Penelope si ingegnò e architettò lo stratagemma della tela, quando ella avesse finito il sudario di Laerte, il padre di Ulisse, ella avrebbe scelto un nobile da sposare.

Penelope tesseva la tela di giorno e la disfava di notte.

Aspettò con pazienza e fedeltà il ritorno del marito.

Quando Ulisse ritornò, governò al suo fianco per alcuni anni.

Suo marito però, presto, partì per un’altra spedizione verso lo stretto di Gibilterra dove trovò la morte. Penelope restò a regnare sull’isola di Itaca fino alla sua morte.



Dal “Fedone” di Platone versetto 84a:

“Così ragionerà l’anima di un uomo che è filosofo: essa riterrà che se è compito della filosofia slegarla dal corpo, non debba poi l’anima stessa, finalmente libera dal corpo, restituirsi ai piaceri e ai dolori e di nuovo consegnarsi alle loro catene, e così fare il lavoro senza fine di Penelope, che disfa e ritesse la tela.”

PENSIERO

con l’ondata di femminismo e di lotte per la parità dei diritti che oggi imperversano, la visione di una donna rimasta fedele al marito, per vent’anni nell’attesa del suo ritorno sarebbe in assoluto ciò che più si oppone al sacrosanto diritto di una donna, o di uomo, di rifarsi una vita. Penelope, invece, non solo sceglie di non risposarsi rispettando il vincolo del matrimonio e trascorrendo le sue giornate in camera a piangere, ma lo fa escogitando addirittura il famosissimo inganno della tela, mostrandosi sì fedele ma anche astuta.

Va contro il volere del padre scegliendo il marito, poiché il padre voleva obbligarla a sposarsi con uno dei proci.

Penelope si crea il suo spazio personale, la sua stanza dove ogni notte si mette a disfare il lavoro del giorno precedente, ciò vorrebbe stare a significare quante possibilità ci da la vita, la donna che disfa la tela e ogni giorno ha la possibilità di ricominciare.

Inoltre è una donna coraggiosa, che non ha paura di ciò che il destino le riserverà e non è spaventata dall’ignoto.

Nel libro “Nonostante Platone”, Adriana Cavarero esprime una sua concezione di Penelope. Secondo lei Penelope è un luogo dell’anima che esclusa in una stanza prende dimora, un luogo dove l’uomo è escluso perché impegnato e perché ne ignora l’esistenza, la stanza è creata dalla donna è uno spazio ideale(dimensione dell’anima), è un luogo della libertà. La stanza del telaio ha un suo differente tempo, tempo ciclico e vario tessere e disfare, tempo eterno del mito(no tempo lineare -> ciò che conta è il futuro). Penelope è un figura a sé. È un angolo di mondo da dove vede tutto. Antinoo (re dei Proci) vorrebbe diventare re ma non conta in 20 anni Penelope e il suo lavoro. Senza un corpo che nasce da una madre, non c’è pensiero. Pensiero autentico -> nasce dalla madre (dove abbiamo la nostra dimora).



FONTI

Libro “Nonostante Platone” di Adriana Cavarero


Opera “Fedone” di Platone



https://www.lacooltura.com/2018/07/penelope-moglie-ulisse-mito-greco-romano/



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